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PIU’ POSTI DI LAVORO, PER LA MASSIMA OCCUPAZIONE?

La Camusso, segretaria generale della CGIL, si è dichiarata favorevole alla TAV in Val di Susa poiché crea occupazione e nuovi posti di lavoro.

Alleghiamo un articolo pubblicato nel marzo 2003 su Salento: Che fare ?

LA MORTE E’ LAVORO

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Ogni attività produttiva od opera pubblica inutile, inquinante, nociva, militaristica, ecc., ci viene imposta con la giustificazione: “comunque porta lavoro”. Questa è la pietra miliare delle ragioni con le quali governo ed industriali fanno accettare alla gente strutture dannose  all’ambiente, attività speculative, iniziative di sfruttamento dei lavoratori.

Così, viene imposto un complesso alberghiero sulla spiaggia deturpando il paesaggio, viene impiantata una centrale a carbone, una discarica di rifiuti tossici, realizzata una strada inutile, aperta una fabbrica che paga poco e sfrutta di più: intanto portano occupazione. Distruggono il territorio ed ammazzano la gente ? E’ meglio che rimanere disoccupati,  bisogna accettare e stare zitti perché lo sviluppo economico è tutto ciò.

Allora, se dobbiamo accettare questa logica, cerchiamo di sfruttarla nei migliori dei modi, cerchiamo, cioè, di individuare il disastro umano ed ambientale dal quale ottenere il massimo risultato, la sciagura che porterebbe la creazione del maggior numero di posti di lavoro.

Restiamo nel Salento. Prendiamo, ad esempio, un opificio conosciuto. Il calzaturificio Filanto è di notevole grandezza quanto a struttura che a numero di persone occupate. Immaginiamo il“disastro” secondo al logica suddetta: il crollo, per qualsiasi ragione, dello stabilimento. La sua ricostruzione richiederebbe l’impiego di tecnici progettisti e soprattutto di manodopera edile. Ingegneri, geometri, muratori, elettricisti troverebbero subito lavoro. Induttivamente, lo troverebbero anche gli operai delle fabbriche di produzione di materiale edile (mattoni, ferro, cemento, ecc.).

E se il disastro fosse tragedia ? cioè, il crollo dello stabilimento con tutti i tre mila operai dentro ? Secondo la logica dei potenti è molto meglio perché ai posti di lavoro creati per la ricostruzione si aggiungerebbero quelli degli operai da rimpiazzare. E non è finita, perché ci sarebbe lavoro anche per le imprese funebri che dovrebbero occuparsi dei funerali e sepoltura delle vittime con grande richiesta di manodopera (manifesti, bare, fiori e marmi).

D’altronde, secondo la logica in commento, l’invito rivoltoci dal governo e dai padroni davanti alla crisi della Fiat è stato quello di acquistare più automobili in modo che gli operai non venissero licenziati. Per stessa logica, per non far licenziare i dipendenti delle imprese funebri bisogna sperare che muoia più gente.

Se poi scoppiasse una guerra o un tremendo terremoto, la disoccupazione sarebbe debellata.

Se accettiamo questa logica, che corrisponde ad una precisa regola di questo sistema economico, accettiamo la morte e la distruzione sulla nostra pelle in favore del profitto. Saremmo indotti ad auspicare la morte del vicino per sperare di risolvere il nostro problema. Come il secondo arrivato spera nella morte del vincitore di un concorso.

E’ bene, quindi, non incappare nei tranelli di chi ci propina queste logiche che sono un vero e proprio ricatto. Ma complessivamente bisogna rifiutare questo sistema che partorisce tali logiche e che si basa, appunto, sull’esigenza della distruzione e della morte.

Scritto da Giovanni De Francesco. Pubblicato in Generale