Apr
12

Licenziamenti e art. 18 dello Statuto dei Lavoratori

Sull’abolizione dell’art. 18 Statuto Lavoratori la propaganda padronale, spalleggiata dai partiti politici, farnetica per motivare che solo ciò aumenterebbe l’occupazione e permetterebbe di mandare a casa i lavoratori lavativi o in sovrannumero.

Non si comprende bene il meccanismo che aumenta le assunzioni mediante la libertà di licenziamento. Se esiste un problema sulle modalità delle assunzioni si deve intervenire sulle norme del collocamento e dei concorsi e non sui diritti dei lavoratori occupati.

Quanto alla possibilità di licenziamento ci sono già numerose norme che permettono agli imprenditori di licenziare agevolmente. Vediamo:

Art. 2118 codice civile, licenziamento per giustificato motivo oggettivo. L’imprenditore che non ha più lavoro, o ha una riduzione di fatturato, o deve compiere una ristrutturazione aziendale, o subisce una contrazione del mercato, può licenziare il lavoratore (ritenuto in sovrannumero) dando un semplice preavviso di qualche settimana o corrispondergli l’indennità sostitutiva.

Art. 2118 codice civile, licenziamento per giustificato motivo soggettivo. Il lavoratore che non esegue precisamente la prestazione, o che commette errori, o che provoca dei danni, o che non garantisce un certo risultato, o che non si comporta  perfettamente, (o che è ritenuto “lavativo”), può essere licenziato con le modalità viste prima.

Art. 2119 codice civile, licenziamento per giusta causa. Il lavoratore che commette un grave inadempimento o che assume un grave comportamento può essere licenziato in tronco.

Legge 223/91, licenziamenti collettivi. L’azienda che occupa più di 15 dipendenti e vuole licenziare più di quattro lavoratori può farlo, indipendentemente dai motivi, purché segua una procedura burocratica di incontri con sindacati e uffici del lavoro prevista da questa legge.

Altre forme e fattispecie di licenziamento sono previste dai singoli contratti collettivi di settore anche per fatti extra lavorativi.

L’art. 18 Statuto Lavoratori prevede la reintegra ed il ripristino del rapporto per quel lavoratore che è stato licenziato ingiustamente e ciò in base ad un accertamento giudiziario della  magistratura del lavoro.

Come si vede, ci sono già delle norme che danno ampia libertà ai padroni di licenziare.  Loro si battono per avere una libertà totale in modo da poter licenziare sempre e quando gli pare (anche quando non sono in crisi), licenziare anche quel lavoratore a cui non si può rimproverare nulla (magari perché ha una certa idea politica o si rifiuta di sottostare a certe richieste del padrone. Già i contratti collettivi danno atto del verificarsi di molestie sessuali e di mobbing).

Il mantenimento dell’art. 18 solo per i licenziamenti discriminatori è una truffa in quanto nella storia giudiziaria non c’è mai stato un accertamento in tal senso. I padroni vorrebbero far rivivere quello che avveniva nelle campagne con le pretese del fattore o del barone di turno anche sulla sfera privata dei lavoratori.

D’altronde, il termine flessibilità significa proprio questo: piena discrezionalità, cioè, libero piacimento, del datore di lavoro di gestire unilateralmente il rapporto di lavoro ed i lavoratori, che rimangono così senza alcuna garanzia e sottoposti a qualsiasi  ricatto. E ciò anche con prepotenza ed arroganza.

Il Governo, i partiti tutti ed il padronato impongono questa politica propagandando l’aumento dell’occupazione (ci sarà posto di lavoro per tutti; precario e per due soldi, ma per tutti) e la maggiore competitività dei prodotti italiani e minacciando di delocalizzare le aziende in altre parti del mondo (Europa dell’Est. Africa ed estremo oriente) dove la manodopera costa molto meno (lavoro dei bambini pagati anche un euro al giorno e chi protesta viene anche assassinato).

Occorre immediatamente dare una risposta di opposizione contro la politica feudataria e brigante del governo e del padronato ed invertire la logica: non aboliamo i diritti in Italia perché gli altri non ce l’hanno ma affermiamo tutte le garanzie per tutti i lavoratori del mondo.

Si invitano, pertanto, tutte le organizzazioni sindacali e le espressioni politiche dei lavoratori a mobilitarsi per respingere la politica governativa ed affermare questi principi di libertà e solidarietà.

Associazione Salento: Che fare ?

Scritto da Giovanni De Francesco. Pubblicato in Generale